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6 ago 2017
18 ago 2016
TENSEGRITY PAVILLION - IFAC 2016
Dal 16 al 25 saremo presenti a Almerìa con uno dei workshop per IFAC2016 - INTERNATIONAL FESTIVAL OF ART AND CONSTRUCTION. Equalogical Lab partecipa con Tensegrity Pavillon, insieme a un'offerta totale di 20 workshop che si svilupperanno in conteporanea nella localitá di Los Baños de la Sierra de Alhamilla.
Tensegrity Pavillon rappresenta una rete di culture che si incontrano. Una struttura leggera e flessibile, è realizzabile facilmente, con un minimo di attrezzature e materili: offre l'opportunità di rendere il processo costruttivo un momento di condivisione di soluzioni comuni. Attraverso la leggerezza dei cavi, la snellezza della tubi di bambú e il cambiamento continuo tra luce e ombra, crea uno spazio che dissolve il limite tra interno ed esterno. Il padiglione offre l'opportunità di sperimentare con nuovi modelli per gli spazi abitativi. La struttura nata dall'unione di sistemi in tensegryti con le tensostrutture. Le tensegrity sono utilizzate per gli elementi verticali e sono formate da elementi resistenti alla compressione (tubi) interconnessi in un rete di cavi. La tensostruttura, ispirata alle ragnatele, viene creata facendo girare una rete di cavi nello spazio e chiude l'area padiglione.
Il festival alla sua quinta edizione riunisce artisti e architetti, creatori e artigiani, ricercatori e studenti provenienti da tutto il mondo, per esplorare insieme contemporaneità in ambienti rurali. Questo festival nomade, scintillante e riflessiva, si sviluppa durante 10 giorni di workshop, discorsi, installazioni, musica, cibo e ha lo scopo di condividere informazioni e scoprire le risposte ai problemi contemporanei.
Per informazioni sui diversi whorkshop: http://www.ifac2016.com/workshops/
Iscrizioni e partecipazione a: http://www.ifac2016.com/tickets/
31 mag 2015
"Trasformando Roma 70". La nostra proposta per "Acea per Roma"
Il 30 Aprile scorso si è conclusa la campagna di ascolto
“Acea per Roma”. L’iniziativa,
avviata il 20 febbraio, è stata attivata, con il patrocinio del Campidoglio e con la collaborazione
attiva dei Municipi, per stimolare la realizzazione di progetti per
contribuire al miglioramento della qualità della vita nel territorio. I
progetti presentati sono circa 800, in ambiti diversificati: formazione, cultura, inclusione sociale, riqualificazione
di spazi di pubblica utilità.
Noi, insieme
all’associazione di promozione sociale “Nessun Dorma”, abbiamo presentato la
nostra proposta per Roma 70.
Titolo:
Trasformando Roma 70
Aree
tematiche : cultura, riqualificazione e servizi alla persona
Tipologia
di attività : iniziative formative e laboratori, eventi culturali.
Roma 70 è un quartiere
della periferia sud di Roma nato con il piano di zona 39 del 1970, privo di
luoghi deputati alla vita sociale e all’aggregazione.
Vittima e simbolo
dell'edificazione speculativa della città, i suoi palazzoni e le piccole strade
non lasciano spazi fruibili dagli abitanti ad eccezione delle piccole aree
verdi che fanno capolino tra i portoni, abbandonate e dimenticate dalle
istituzioni. Roma 70 è infatti da sempre riconosciuto come un “quartiere
dormitorio”, per il fatto che non ci siano altre attività da svolgere oltre
quella di tornare a casa, la sera, per dormire.
In questo
contesto nasce l'Associazione di Promozione sociale "Nessun Dorma",
che dal 2010 si pone l'obiettivo di riportare socialità e cultura nel quartiere
per offrire agli abitanti quelle occasioni che il piano urbanistico e l'incuria
delle istituzioni gli avevano sempre negato.
Il progetto
"Trasformando Roma 70"
propone la realizzazione di una serie di eventi e laboratori che
andranno ad animare gli spazi pubblici del quartiere tramite eventi e
allestimenti di strutture che possano rendere fruibili gli spazi stessi. Le
attività coinvolgeranno diversi ambiti quali la sensibilizzazione al riciclo e
al riuso, alle arti performative, allo sport all'aria aperta e alla vita
comunitaria, coinvolgendo tutte le fasce d'età. Il progetto prevede
l'integrazione tra laboratori di formazione e la realizzazione di eventi
aggregativi.
Rigenerazione,
Partecipazione, Aggregazione, Creatività sono le “parole chiavi” del nostro
progetto.
Il laboratorio
permanente di autocostruzione che verrà istituito e seguito da
"Equalogical lab", si occuperà dell'allestimento di tutti gli eventi
del progetto con l'autocostruzione di arredi leggeri e temporanei in grado di
trasformare gli spazi che accoglieranno le diverse iniziative. Il laboratorio ha
l'obiettivo di innescare un percorso che, da una parte, stimoli la costituzione
di piccole comunità che possano continuare in autonomia ad intervenire sul
territorio per mantenere la vitalità culturale del quartiere e, dall'altra,
creare una struttura che coordini tali iniziative e metta a disposizione tutte
le strumentazioni necessarie per poterle realizzare.
Il progetto
“Trasformando Roma 70” ha come principale obiettivo la creazione di uno spazio
per le attività culturali portate avanti dai giovani, con particolare
attenzione alle produzioni culturali e all'inclusione sociale attraverso la
partecipazione attiva alla riqualificazione del territorio. Il progetto propone
una serie di iniziative da attuare nel quartiere di Roma70 che vedano coinvolti
singoli, associazioni e istituzioni di prossimità e che leghino l'aspetto
formativo e ricreativo alla rigenerazione degli spazi pubblici.
L’associazione “Nessun
Dorma” interviene già da alcuni anni con queste modalità ma senza alcun tipo di
finanziamento sostanziale raggiungendo comunque ottimi risultati. La
composizione del gruppo di lavoro, formato da tutti giovani nati e cresciuti
nel quartiere, e la fitta rete di relazioni con altre realtà affini costruita
nel tempo rappresentano i punti di forza del progetto.
Etichette:
architettura,
autocostruzione,
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cultura,
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riciclaggio,
roma 70,
sostenibilità,
spazio urbano
18 mag 2015
Settore operativo euroasiatico, area iberica, anno di riferimento locale: 2015. Primavera. Girona. Ovvero: “Siamo ancora qua”!
Ci sono gesti che non si
dimenticano mai, gli anni possono passare senza darti la possibilità di
rifarli, ma quando ti vengono richiesti, sei capace di rifarli come se,
dall’ultima volta invece che anni fossero passati minuti o, al più, giorni. Uno
di questi gesti, pare sia l’andare in bicicletta: una volta imparato non lo
dimentichi più. Un’altro è, di sicuro, il movimento che fanno le mani che
aprono un tensore.
Ci sono sensazioni che non si
dimenticano mai, e possono passare anni prima di riviverle, ma poi ti ritrovi
con il naso all’insù a disegnare con il dito una linea invisibile nello spazio
di cielo tra i rami, proprio come se stessi continuando il disegno che anni
prima facevi in un altro cielo.
E ci sono persone che non potrai
mai dimenticare e che per fortuna decidi di rincontrare. Possono essere
cresciute (anche di numero, intendo), ingrassate o dimagrite, ma le ritrovi sempre,
e sempre con tutte loro sarai capace di parlare di cose anche molto complesse,
passate, presenti e future, tanto
più che il vino bianco disseta e scioglie la lingua.
Ci sono gesti, ci sono sensazioni,
ci sono persone...
E c’è un gruppo che sperimenta
nuovi modi di fare: l’architettura è il nostro linguaggio, la sostenibilità
l’interesse che ci accomuna.
16 feb 2015
Equalogical LAB for "R.E.D.S.2 ALPS"
Equalogical lab
participated with two contributions at the seminar "REDS2 ALPS
Resilient Ecological Design Strategies Designing a sustainable future
Toward an ecological approach", conference sponsored and
organized by the University of Trento.
A day of meetings, conferences and presentations on sustainability, so that was held January 31, 2015, at the Fair "Climate House" in Bolzano "
In the special issue MONOGRAPH Research dedicated to the international seminar will be published two contributions“Sotto Casa: rebirth of neigborhood gardens workshop” and "Tensegrity al natural: El bosc, Girona Temps de Flors 2014"
A day of meetings, conferences and presentations on sustainability, so that was held January 31, 2015, at the Fair "Climate House" in Bolzano "
In the special issue MONOGRAPH Research dedicated to the international seminar will be published two contributions“Sotto Casa: rebirth of neigborhood gardens workshop” and "Tensegrity al natural: El bosc, Girona Temps de Flors 2014"

“Sotto casa” is an Italian expression to indicate the public spaces near your home. The Workshop is an experimental project of self-build promoted by the architect cluster Equalogical Lab an and the 'neighborhood association Nessun dorma. It has the aim to rediscover and redefine urban landscape through the defense, re-appropriation and re-qualification of a space that receives and tells the story of those who live it. The cycle of seminars involved young architects and civil engineers along with local residents interessed in participate to a collective construction of a space. The workshop aims to valorise the public space of a garden, a green area abandoned and defense by a group of neighbors through small self-managed interventions, through the construction of a tensile structure and some furnitures. The final installation in the garden creates a point of attraction light and colored. The double curvature geometry, which closes from the highest points on the ground, helps to integrate the artefact in the environment. The cable net is covered with triangles of red and gray fabric which in some points allow to filter the light, creating a play of light and shadow on the ground. The furniture invite passers-by to stop for a break under the canopy. Lightweight materials made the tensile structure easy to build and eco friendly. The project integrates the idea of reuse and recycling materials, new technologies and principles of biomimicry, considering that tensile structures are a construction system suggested by the spiderwebs that we find in nature. Furnitures were realized with fruit boxes and pallets, enhancing the poor materials through the design creativity of the participants. “Sotto casa” was created with the aim of start a process of participation in the development and management of the garden, based on a new way to build by a point of view not only technological, but also social, cultural and territorial.
The
installation Tensegrity al Natural - El bosc,
realized in Girona Temps de Flor 2014,
is a project of architectural creativity that explores the spatial
principles of tensegrity structures.
At
the origin the design did not have a specific location that has been
assigned for the organizing committee of the event following the
selection of the participants projects. The system of tensegrity and
the natural aggregation inspired of the woodland have offered the
strategies that allow the project to adapt to the space outside of
the apse of the Monastery of St. Pere de
Galligants.
We built
several elements: various T-prism with 3 auctions in 1 or 2 levels
and one Diamond T structure of 6 auctions as a singular object. These
are made from recycled branches from pruning of almond trees. The
rods work by compression without touching each other, while the
system remains united and balanced thanks to the taut strings that
connect to each other the ends of the branches. The result is a
spatial game based on dialectic between the lightness of the
structure and the ephemeral flowers, the chromatic dialogue between
the branches and the flowers.
With
this event Girona
city renews every year the forms we live and look their urban spaces.
It’s a meeting to develop diversity, adaptability and cohesion of
the territory, the fundamental properties for the construction of a
new urban ecological system.
18 dic 2014
Il ramo e l'architetto
La natura è fonte di ispirazione e insegnamento.... la foglia, la crescita del ramo, la struttura dell'albero sono un esempio. Sempre affascinati dalle molteplici interpretazioni che si possono fare utilizzando diversi metodi di rappresentazione vi auguriamo un nuovo anno pieno di creatività!!
L'albero in materiale riciclato
La crescita del ramo
E per saperne di più potete vedere il libro digitale "Il ramo e l'architetto"
Consigliato a chi ama il disegno e la rappresentazione nelle sue molteplici tecniche insieme a uno sguardo poetico alla natura.
20 apr 2014
SOTTO CASA - Laboratorio di autocostruzione e autorecupero
“Sotto Casa” è un'iniziativa di riqualificazione dell'area verde di Via G. Combi - Via V. Pozzo (Roma 70) promossa da EQUALOGICAL LAB in collaborazione con l’associazione NESSUN DORMA e con il patrocinio del MUNICIPIO VIII
Nessun Dorma, che da anni lavora per la riqualificazione di quest’area, nel 2011 organizza “Puliamocelo”, un’iniziativa in collaborazione con il gruppo Giardinieri Sovversivi e del Laboratorio di Falegnameria dell’Università degli Studi Roma Tre. L’iniziativa ha visto la partecipazione attiva degli abitanti del quartiere. Dal 2011 ad oggi gli abitanti hanno continuato a prendersi cura dell’area verde. Interventi spontanei di manutenzione e riqualificazione, dimostrano che il parchetto è ormai parte integrante della vita del quartiere. “Sotto Casa” nasce con l’obiettivo di innescare, ancora una volta, un processo di partecipazione alla realizzazione e gestione del giardino.

Il laboratorio ha visto la partecipazione di studenti e laureati in architettura e ingegneria civile, di simpatizzanti e appassionati di nuove tecnologie leggere ed ecologiche, i quali sono stati coinvolti nella progettazione e realizzazione di una tensotruttura e di arredi per il parco.
Con quest’iniziativa Equalogical Lab ha promosso un nuovo modo di costruire da un punto di vista non solo tecnologico, ma anche sociale, territoriale e culturale.


Un ringraziamento speciale ad Anita Baldassari, Arianna Berardi, Claudia Ciaroni, Gabriele Di Palma, Marco Fatigati, Francesca Forcella, Tiziana Iacobacci, Diana Manzi, Marica Martino, Delia Merola, Mirella Murru, Cristina Pomponi, Sara Susi, Laura Vellucci; per aver partecipato in maniera costruttiva e propositiva al workshop.
Grazie a Erica Alessandrini, Stefano Sciullo e Chiara Visone per aver collaborato con EQUALOGICAL LAB.
E grazie a tutti coloro che hanno supportato la nostra piccola impresa.
per scaricare il pdf dell'iniziativa clicca qui:
http://www.scribd.com/doc/219203849/Sotto-Casa
L' articolo di CORE sul laboratorio:
http://www.coreonline.it/web/percorsi/larchitettura-ricicla-la-natura/
per scaricare il pdf dell'iniziativa clicca qui:
http://www.scribd.com/doc/219203849/Sotto-Casa
L' articolo di CORE sul laboratorio:
http://www.coreonline.it/web/percorsi/larchitettura-ricicla-la-natura/
6 apr 2014
Riguardo ai sistemi autorganizzati (seconda)
Nell’agosto del 2007 il laboratorio di autocostruzione, organizzato nei pressi di Mendoza (Argentina), ha utilizzato una tecnica basata sulla aggregazione di triangoli per la realizzazione di un guscio reticolare. Negli studi preparatori e poi nella costruzione vera e propria la curvatura era fatta dipendere dalle modalità di giunzione dei triangoli. Lo spessore delle canne (1 pollice = 2,54 cm) condizionava il soprammontare o il concatenarsi dei triangoli che non è stato facile controllare per dare continuità e coerenza strutturale alla superficie curvilinea.
Quando il guscio ha raggiunto i 2 o 3 metri di lunghezza, la curvatura ha cominciato a dipendere più dalla elasticità del materiali e dalla numerosità dei giunti che non dalle regole di aggregazione. Inoltre, il buon senso ha suggerito di aggiungere ulteriori triangoli per aumentare la resistenza del reticolo nei punti critici, rendendo ancora meno riconoscibile l’ipotesi geometrica iniziale. Ovvero hanno preso il sopravvento i fattori casuali rispetto all’ordine progettuale precostituito. Come se il sistema si fosse autorganizzato a dispetto del progettista.
Come si può riportare questo tipo di casualità all’interno della tecnologia e del progetto? La simulazione ottenuta dopo diversi tentativi, che meglio approssima il procedimento costruttivo e il risultato atteso, utilizza i seguenti algoritmi dinamici:
– la clonatura delle aste cilindriche rispetto a una griglia bidimensionale; clonatura ripetuta 3 volte con con aste che formano tra loro un angolo di 120º (seguendo l’inclinazione dei lati in un triangolo equilatero);
– l’attribuzione di un peso in un campo gravitazionale (ovviamente virtuale) in modo che le canne o aste si sovrappongano tra loro, come avviene nella realtà; nell’animazione le canne sono lasciate cadere sul terreno in modo che ogni corpo rigido trovi la sua propria posizione;
– l’uso di fattori casuali che modificano la disposizione dei pezzi (entro un rango predeterminato) che quindi obbediscono in misura limitata ai vincoli geometrici, esaltando la capacità del sistema di cercare e trovare una condizione di equilibrio sia statico sia dinamico;
– l’attribuzione a posteriori di una curvatura utilizzando i cosiddetti deformatori che impongono all’insieme dei corpi rigidi di passare da una condizione di planarità a una di tridimensionalità curvilinea senza perdere la geometria cilindrica originaria.
27 mar 2014
Work in progress #4 "Sotto Casa"
Gusci a gravità realizzati con tessuti imbevuti di cemento. Le tele ancora umide vengono appese sul sistema di cavi e lasciate seccare. Il risultato finale è un sistema collaborante di cavi e gusci rigidi, che interagiscono grazie alla forza di gravità utilizzata nella fase di costruzione.
Altri post sullo stesso argomento:
http://equalogical.blogspot.it/2012/05/strutture-gravita.html
23 mar 2014
Work in progress n. 3 per “Sotto Casa”
La proposta tecnologica, sulla quale sarà basato il prossimo laboratorio di auto-costruzione “Sotto Casa”, rilancia il tema della tensione che si genera all’interno di un sistema integrato, o meglio auto-organizzato. I modellini in scala, necessari a istruire e coordinare i partecipanti, partono dalla precedenti esperienze in materia di cavi tesi, che si trasmettono gli sforzi l’uno con l’altro. Tema al quale sono stati dedicati in precedenza altri post su questo stesso blog:
18 mar 2014
Roma: una città ferita dal traffico e violentata dai cantieri
Quattro domande retoriche e un quesito aperto:
1. Come è possibile che un luogo tra i più belli e importanti del mondo (in termini culturali, ovvero storici, archeologici, artistici, paesaggistici, urbanistici, eccetera) sia trattato con tanto disprezzo e incompetenza? Quale cultura urbana suggerisce che le cose si accavallino, sovrappongano e confliggano tra loro senza un minimo di progetto, coordinamento e organizzazione non solo della persistenza ma anche (e soprattutto) della temporaneità (che a Roma dura da sempre)?
2. Se limitare il traffico con le isole pedonali resta al di sopra della capacità dell’Amministrazione, perché non si vietano i motori a scoppio e si impone l’uso dei motori elettrici? Ci vuole troppa fantasia o autorevolezza per imporre prima a Atac/Trambus e taxi, poi alle Asl e forze dell’ordine, infine ai mezzi privati per il trasporto di persone e merci, che nel centro storico possono entrare solo motori silenziosi non inquinanti?
3. Perché le file ordinate e allegre dei turisti in attesa di entrare al Louvre, al Museo Picasso o alla Tate Gallery fanno allegria e accoglienza, mentre le biglietterie del Foro (ma anche quelle dei Musei Vaticani, anche se in minore misura) sono un ammasso di gente sudata, impolverata e rumorosa? Cosa succederebbe se i flussi turistici raddoppiassero come suggeriscono molte analisi sull’attrattività potenziale di Roma?
4. Pur amando la contaminazione tra kitsch e folclore, tra aulico e spontaneo, cosa succede quando quattro poveracci vestiti da centurioni cinematografici vanno insieme agli ambulanti abusivi extracomunitari, mentre il parcheggio delle carrozze col cavallo sta vicino al nuovi risciò e al chiosco motorizzato e superistoriato (ovviamente parcheggiato sul marciapiede)? Quale identità emerge da questa accozzaglia anarchica di diritti, aspettative, competizioni, prepotenze e illegalità diffusa?
5. Cosa significa oggi amare una città, difenderla dai suoi nemici conciliando passato e futuro, persistente e temporaneo?
28 feb 2014
Processi di autorganizzazione
Quando facciamo cadere della sabbia, della terra, delle pietre o biglie vediamo come si accumulano in verticale. la relazione tra la sua altezza e la base dipenderà dalla dimensione, forma e quantità degli elementi come dall'attrito che si genera tra loro.
Se immaginiamo di applicare dei limiti la forma di aggregazione non sarà più quella conica, ma, per esempio, cilindrica o cubica nel caso di una brocca d'acqua. Se questi limiti immaginari fossero il vuoto che ci circonda, allora le pietre che cadono inizierebbero a formare i muri che delimitano la nostra stanza.
Il pieno e il vuoto interagiscono nella definizione dello spazio che ci circonda.
Se osserviamo la caduta degli elementi con differenti forme geometriche a diverse dimensione (più piccola o più grande) gli elementi si accumulano l'uno sull'altro. Il processo è casuale ma non libero.
I processi legati alla caduta all'interno di limiti prestabiliti definiscono l'auto-organizzazione dell'insieme. Nel video proponiamo il gioco tra il vuoto come limite immaginario e il processo di aggregazione auto-organizzata di diverse forme (cubo, piramide e sfera) per definire le pareti della nostra stanza.
In natura tutto ció si mimetizza e si confonde con l'erosione del vento, la crescita delle piante con le loro radici, le pietre che si spaccano o la sabbia che si compatta con il tempo...
In architettura resta a noi ricercare la poesia tra gli elementi per (ri)stabilire una relazione tra costruito e natura.
Se immaginiamo di applicare dei limiti la forma di aggregazione non sarà più quella conica, ma, per esempio, cilindrica o cubica nel caso di una brocca d'acqua. Se questi limiti immaginari fossero il vuoto che ci circonda, allora le pietre che cadono inizierebbero a formare i muri che delimitano la nostra stanza.
Il pieno e il vuoto interagiscono nella definizione dello spazio che ci circonda.
Se osserviamo la caduta degli elementi con differenti forme geometriche a diverse dimensione (più piccola o più grande) gli elementi si accumulano l'uno sull'altro. Il processo è casuale ma non libero.
I processi legati alla caduta all'interno di limiti prestabiliti definiscono l'auto-organizzazione dell'insieme. Nel video proponiamo il gioco tra il vuoto come limite immaginario e il processo di aggregazione auto-organizzata di diverse forme (cubo, piramide e sfera) per definire le pareti della nostra stanza.
In natura tutto ció si mimetizza e si confonde con l'erosione del vento, la crescita delle piante con le loro radici, le pietre che si spaccano o la sabbia che si compatta con il tempo...
In architettura resta a noi ricercare la poesia tra gli elementi per (ri)stabilire una relazione tra costruito e natura.
6 gen 2014
Riguardo ai sistemi autorganizzati (prima parte)
Parlare di auto-organizzazione è scivoloso. Perché le
definizioni fornite da biologi e matematici appaiono inaccessibili ai più
(compreso lo scrivente). Perché gli algoritmi rappresentativi di sistemi
autorganizzati sono di difficile accesso e applicazione.
Eppure può essere molto semplice produrre o riprodurre sul
proprio tavolo da lavoro un insieme di elementi che suggeriscono forme di
autorganizzazione.
Basta prendere un contenitore alimentare (quello del latte o
dei succhi di frutta), pulirlo e tagliarlo a strisce. Nessun problema se i
pezzi non saranno tutti uguali. I margini di tolleranza sono ampi, anche se non
infiniti.
Incurvando le strisce di carta e plastica su se stesse e
unendo gli estremi con una volgare cucitrice a punti metallici, vengono fuori
degli anelli relativamente piccoli (4 o 5 cm di diametro, 1 o 2 cm di altezza).
Anelli che possono essere uniti tra loro sempre con la cucitrice.
Il modo di giunzione degli anelli rappresenta il criterio di
autorganizzazione per un sistema seppure così tanto casareccio e poco
aristocratico. Scegliamo il più semplice, quello complanare: accostiamo gli
anelli disposti su uno stesso piano e cuciamoli nel punto di contatto. Se gli
anelli sono tutti uguali e ognuno è circondato da 6 anelli, il risultato è una
superficie piana bucata. Ma gli anelli non sono tutti uguali e la superficie
tende a incresparsi. Se poi ogni tanto un anello manca tende a formarsi una
calotta.
La flessibilità del materiale permette la deformazione degli
anelli che da tondi diventano ovali, oblunghi, distorti. E la deformazione
degli anelli permette la modellabilità della superficie. Ogni elemento del
sistema si organizza soltanto in funzione degli elementi vicini, come recita la
principale definizione del principio di autorganizzazione. Nello stesso tempo i
margini di tolleranza applicati a un elevato numero di ripetizioni generano una
forma, un assetto complessivo del sistema con una propria identità figurativa.
La natura è piena di textures
generate dalla ripetizione all’infinito di un elemento o meccanismo
riproduttivo: coralli e spugne mantengono allo scoperto tanto gli elementi
primari che si ripetono l’uno attaccato all’altro, quanto la variabilità delle
combinazioni che lo stesso meccanismo riesce a produrre.
Anelli di carta e punti metallici servono a costruire dei
macro-coralli? Giocando sulle deformazioni degli anelli, i raggi di curvatura
della superficie passano dal molto stretto (1 o 2 diametri) all’infinito e la
forma del macro-corallo si lascia modellare orientata o ispirata dalla
bio-similitudine.
Considerazioni al margine:
- le prestazioni strutturali
della forma generata dagli anelli è incredibilmente superiore alle strisce di
carta utilizzate per costruirla;
- la deformazione sistematica degli anelli,
necessaria alla modellazione del macro-coralli, producono un modello fisico
fotografabile e testabile ma non traducibile un modello grafico e, meno che
mai, in un modello strutturale;
- la bio-similitudine non riguarda tanto il
materiale di partenza o la configurazione di arrivo, quanto il meccanismo di
aggregazione e crescita degli elementi costitutivi.
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