Fotoracconto di un paesaggio complesso
Il desiderio inconscio è l’incontro con la natura incontaminata, con una spiaggia immensa e deserta. L’abbiamo trovata tra Uppuveli e Nilaveli.
L'incontro però è avvenuto il giorno prima del ritorno verso l’interno. Il primo contatto con l’oceano sono state le solite cose: l’acqua, la sabbia, le barche, il rumore della risacca...
Fin dal primo giorno al mare, invece, il contatto ravvicinato con i pescatori che sistemavano barche e reti dopo la pesca notturna.
Subito dopo si arriva ai margini della città vecchia. con il quartiere dei pescatori proprio ai bordi del mare.
Qui le persone sono in larga maggioranza hinduiste, allora i piccoli tempi in riva al mare.
E dietro le strade di sabbia con addossate le case dalle quali sciamano bambini piccoli e grandi.
Nei giorni successivi sulla spiaggia davanti agli alberghi, altri pescatori hanno continuato a tirare, raccogliere le reti. Organizzati in squadre, si alternavano arretrando. Alla fine di una considerevole fatica, raccoglievano tante alghe e pochi pesci che, a dire la verità, non erano neanche invitanti.
Camminando ho provato a fotografare la forza dell’oceano. Perché le onde non sono tutte uguali. Però è difficile e credo di esserci riuscito solo in parte.
Al tramonto un altro incontro con i pescatori, forse il più suggestivo. Le barche uscivano dalla laguna per andare verso il mare aperto. La lenta fila indiana rivelava un paesaggio fatto di anse nascoste, un mestiere fatto di sacrifici, una sorta di malinconico rituale.
Passeranno la notte in mare aperto a circa due chilometri dalla spiaggia, aspettando l’alba.
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