Tagliare i cavi , unirli tra loro, formare una rete, tenderla
tra almeno tre punti, osservare la forma. Sono queste le operazione principali che hanno guidato la
ricerca sui sistemi cellulari di cavi.
Usare i modelli fisici come strumento di ricerca significa
lasciare spazio alla sperimentazione, farsi guidare dalla gestualità,
valorizzare le intuizioni scaturite dalla lavorazione del materiale. Lo studio sui sistemi cellulari di cavi ruota principalmente
attorno a due temi: l’osservazione dei tessuti cellulari per la formulazione
del modello tecnologico e la ricerca della forma (finding form) attraverso la
manipolazione del materiale.
I sistemi cellulari di cavi si
generano dall’ aggregazione di elementi monodimensionali attraverso nodi scorrevoli. Essi formano una
maglia costituita da celle che ricordano le cellule dei tessuti vegetali. La
rete bidimensionale viene portata ad uno stato di tensione, definendo un
sistema tridimensionale.
Nella rete ottenuta tutte le
componenti hanno lo stesso valore, non si possono individuare elementi primari
e secondari; difatti ogni cavo è messo in tensione dal suo vicino, innescando
così reazioni interne concatenate tra le
varie componenti del sistema, come avviene in natura nei sistemi
autorganizzati.
Questo processo permette di avere
una maglia versatile, che non privilegia una direzione di sviluppo; lascia la
libertà di ottenere diverse forme e superfici a doppia curvatura. La sperimentazione ha portato
alla formulazione di vari modelli, ogni modello affronta temi differenti e da
spunto per lo studio di vari sistemi pur seguendo le stesse regole di base. Una delle configurazioni
sviluppate si ispira ai tessuti cellulati vegetali per lo sviluppo della rete e
alle superfici rigate, nello specifico al nastro di Möbius, la per
la ricerca della forma tridimensionale.
Dal tessuto cellulare alla genesi
della forma
Il modello è composto da un
susseguirsi di celle che vanno a formare una fascia. Essa si richiude su se stessa unendo i lati corti dopo aver
impresso ad uno di essi mezzo giro di torsione, pari a 180°(come nel nastro di
Möbius) Lavorando su un sistema che si sviluppa longitudinalmente aumentano i punti di aggancio necessari a
mettere in tensione i cavi. D’ altra parte la complessità della maglia rende il
sistema più stabile, di fatti aumentando il numero di cavi che interagiscono tra loro, cresce la tensione a
cui sono sottoposti.
In un secondo modello si può
osservare come dalla stessa rete di cavi si possa arrivare a differenti
morfologie.La struttura è formata da due reti
sovrapposte. La crescita della maglia è il risultato dell’ aggregazione dei
cavi a sviluppo centrale La morfogenesi della struttura dipende, oltre che dalla conformazione
della rete, dalla scelta dei vincoli esterni ed inteni. Difatti lo stesso
sistema di cavi può generare forme differenti semplicemente variando i punti
d’aggancio e il posizionamento dei puntoni di irrigidimento interni.
Possibili configurazioni
generate dallo stesso sistema di cavi
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