In architettura la forza di gravità che esercita una
attrazione della materia verso il basso è vista normalmente come un ostacolo.
Si vogliono fare edifici sempre più alti capaci di sfidare la natura, che in
questi casi è vista quasi come un nemico. Al contrario troviamo esempi capaci
di dialogare con le dinamiche naturali e di sfruttare la forza di gravità in
modo da creare forme e morfologie efficienti.
Tra i più conosciuti ci sono le opere realizzate da Antoni
Gaudí che utilizza la catenaria per trovare la forma dei suoi edifici. Tessendo
nello spazio le corde, cui appende differenti sacchetti, A. Gaudí ottiene una
trama in cui le forze si distribuiscono in funzione della gravità. Rigirando
l’immagine del modello e applicando un adeguato parametro di correzione tra il
peso dei sacchetti e la struttura a scala reale ottiene una forma dove il
materiale è utilizzato in modo efficiente, portando al limite le sezioni
strutturali. Nelle sue opere A. Gaudí utilizza mattoni e pietre mentre il modello
della catenaria a gravità funziona a trazione, però permette definire la
distribuzione delle forze e una volta girato può essere applicato a materiali
resistenti a compressione.
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Struttura generata con il programma Cinema 4D applicando la forza di gravità a una maglia appesa. |
La possibilità di utilizzare la gravità per definire la
forma può essere anche impiegata nella fase costruttiva di una struttura
dipendendo dai materiali che si utilizzano. Per esempio nel laboratorio
realizzato nel 2004 con studenti della Scuola Media Garibaldi (Aprilia, Roma) è
stata costruita una quinta scenica con gusci di carta ottenuti per gravità. I
fogli di giornale riciclati bagnati in colla vinilica sono stesi in più strati
su dei teli di plastica che sono degli stampi a gravità. Una volta seccati gli
strati il materiale diventa rigido e grazie alla morfologia il pannello è
autoportante. In questo modo degli studenti tra i 10 e i 13 anni hanno
costruito uno scenario applicando principi di morfogenetica e utilizzando la tecnica
carta pesta per riciclare la carta nel rispetto di una architettura sostenibile
per il medio ambiente.
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Gusci a gravità in carta riciclata realizzati con studenti della Scuola Media Garibaldi (Roma, 2004). |
Nel laboratorio che abbiamo realizzato nel 2008 a Buenos
Aires invece il sistema di gusci a gravità ha utilizzato materiali come tessuti
e cemento per costruire una copertura temporanea nella Villa Carlos Gardel. Su
un sistema di cavi sono state appese le stoffe impregnate con un impasto di
cemento en colla vinilica che dà elasticità e riduce possibili fessurazioni
durante la fase di seccato. I tessuti stesi tra i cavi si sono lasciati
seccare, riducendo progressivamente il loro volume per la perdita dell’acqua ha
messo in tensione tutto il sistema architettonico. In questo caso i tessuti
sono diventati dei gusci rigidi che interagiscono con la struttura grazie alla
forza di gravità utilizzata nella fase di costruzione.
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Costruzione dei gusci a gravità in tessuti e cemento del laboratorio di autocostruzione realizzato nella Villa Carlos Gardel (Buenos Aires, 2008) |
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Struttura terminata con i gusci rigidi e atto di chiusura del laboratorio con la consegna dei certificati ai partecipanti (Villa Carlos Gardel, Buenos Aires, 2008) |
Gli esempi proposti mostrano come si può dialogare con le
dinamiche naturali come la gravità che tanto sfidiamo per definire differenti
aspetti dell’architettura. Nella fase progettuale i sistemi a gravità
definiscono la morfogenesi dello spazio. Mentre nella fase di costruzione degli
elementi architettonici si osserva la stretta correlazione tra le
caratteristiche dei materiali e il comportamento strutturale. I risultati ci
mostrano, quindi, come possiamo migliorare l’efficienza di una costruzione,
riducendo il materiale utilizzato e generando forme ottimizzate.
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