Riportiamo il poster e il testo del abstract di uno dei due progetti esposti nella mostra 100 Concetti celebrata in occasione del congresso R.E.D.S. (Rome Ecological Design Symposium).
La
proposta valuta l’applicazione della biomimetica come un processo metodologico
delle scelte progettuali. Il progetto sviluppa una maglia per la costruzione di
coperture tese, definendo più livelli di analisi biomimetica.
Alla
scala ravvicinata lo studio morfologico osserva il comportamento delle fibre
ondulate del tessuto ligneo delle piante grasse che hanno ottimizzato la loro struttura
per l’accumulazione di acqua e nutrienti per adattarsi a climi aridi. L’analisi
morfogenetica porta alla configurazione di una maglia composta dall’unione di
fasce sinusoidali inspirate nel comportamento dei tessuti vivi della pianta. La
proprietà principale è descritta come il funzionamento della molla che permette
all’organismo vivo di rispondere e adattarsi ai cambi ambientali.
Nella
visione più amplia dell’ecosistema, di cui l’attività umana è parte, la
definizione dei materiali modifica la dimensione teorica tra biomimetica e
architettura. Le risposte offerte dall’evoluzione dei sistemi simbiotici aprono
nuovi scenari per cercare interazioni tra ambiti tecnologici diversi e lo
sviluppo di nuovi modelli sostenibili. Nello specifico, il progetto sperimenta
l’integrazione degli pneumatici riciclati per la costruzione delle fasce per rispondere
a problemi come il cambiamento del modello di sfruttamento delle risorse, la
loro ottimizzazione e trasformare l’emergenza rifiuti in un’opportunità.
La
morfologia unita al materiale determina la costruzione del modello sperimentale
che si lega al processo costruttivo e alle soluzioni tecnologiche a esso
associate. Le fasce di pneumatico costituiscono la parte elastica e deformabile
del sistema, tra queste sono inseriti dei cilindri come un primo livello di
organizzazione morfologica interna. Questi danno rigidità e ordinano la maglia
aprendo tra loro le fasce prima della messa in tensione dell’insieme. Il
risultato è una maglia flessibile che assume forma definitiva nella fase di
montaggio secondo le sollecitazioni esterne applicate. La messa in tensione
modifica la sua curvatura e conferisce maggiore resistenza al sistema come
secondo livello di modificazioni morfologiche esterne.
L’analisi
del processo costruttivo valuta la proprietà di adattamento del sistema per le
sue proprietà elastiche che implementa le dinamiche naturali della crescita e
l’adattabilità. La copertura è pensata non come sommatoria di elementi, ma come
una struttura che modifica la sua morfologia mentre si costruisce. È parte
dell’analisi sviluppare un processo costruttivo capace di adattarsi
all’ambiente circostante senza dover cambiare la soluzione costruttiva.
Lo
sviluppo di un progetto in biomimetica valuta l’architettura sotto la
dimensione dei processi a essa associati e considera la tecnologia umana
(tecno-sfera) in una dimensione temporale progressiva non solo funzionale ma
anche evolutiva. Applicare la biomimetica all’ambito della costruzione
corrisponde all’obiettivo di valutare l’uso delle risorse in funzione degli
scambi con l’ambiente.
Autori:
Ludovica
Rossi (Arch. dottoranda Dipartimento di Costruzioni Architettoniche 1 -
UPC)
Fernando
Juan Ramos Galino (Dott. Arch. Prof. Dipartimento di Costruzioni
Architettoniche 1 - UPC)
Stefano
Mancuso (Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale - Dott. Prof.
Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali, del Suolo e dell'Ambiente
Agroforestale - Università di Firenze)
Josep
Ignasi de Llorens i Duran (Dott. Arch. Professore Dipartimento di Costruzioni
Architettoniche 1 - UPC)
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