30 mar 2013

Architettura e Integrazione


Quando l’architettura si integra con il contesto non è solamente una questione di spazio… sono tante le sensibilità che vengono coinvolte dipendendo dalle condizioni temporali e sociali in cui si sviluppa la costruzione. Nel flusso continuo del tempo è difficile definire un inizio, ma possiamo guardare a un evento accettandone le condizioni di partenza e quindi osservare la relazione tra architettura e integrazione.


È vedendo le immagini della tensostruttura realizzata in Paraguay che sorge l’inquietudine di quali fattori portano a un’architettura capace di integrarsi, pur essendo consapevole che ancor più in questo caso i fattori specifici di ogni contesto incideranno nei risultati. Mentre ritrovare nel computer degli appunti di altri colleghi, risveglia i ricordi e permette di ripercorrere l’esperienza vissuta.

Alla fine di agosto del 2009 abbiamo realizzato una tensostruttura per proteggere dal sole e generare dell’ombra nella zona d’entrata di una casa Maká (anche se più che una casa era una baracca). Durante un workshop di una settimana è stata costruita una tensostruttura con la partecipazione di studenti di architettura italiani, argentini e paraguayani sotto gli occhi attenti degli abitanti della comunità locale.
Ivan sábado 29: Primera visita a la comunidad MAKA, me llamaron la atención cosas como la diferencia entre todas las viviendas, en cuanto a materiales y maneras de construir, en su mayoría de manera muy precaria. Creo que  fue una pequeña decepción, pues esperaba encontrarme con el estilo constructivo antiguo indígena con adobe y paja.


 

Il progetto ha seguito le buone regole dell’architettura analizzando prima di tutto l’orientamento della casa per capire l’inclinazione del sole e quindi come proteggere al meglio lo spazio dell’entrata. In effetti, i raggi del tardo pomeriggio erano tra i più fastidiosi e per questo la struttura è scesa verso il basso a proteggere quasi con un telo in verticale. Da un altro punto di vista la morfologia è stata condizionata dai punti circostanti dove poter fissare la tensostruttura: alberi, pali della luce, etc. La casa di tavole di legno sembrava essere troppo precaria per fissare i tiranti, cosa che ha portato a alcuni momenti di confronto per poter definire una soluzione convincente e che ha portato inoltre migliorare parzialmente la stabilità della casa stessa.

Francesca lunedì 31: Qui l’estate è inverno, però l’inverno è estate; insomma, ad agosto fa caldo come a Roma e i vestiti pesanti rimangono nella valigia. É difficile per un’europea comprendere un clima come quello del Paraguay, sub-tropicale tendente ormai al tropicale. Per chi aspira a diventare architetto è fondamentale. L’esclamazione che ormai accomuna tutti gli italiani è “ed è inverno!” ripetuta con incredulità a rotazione e a intervalli più o meno regolari.
Ivan lunes 31: Cuerdas, cutters, prensa cables… Viendo los materiales sueltos no conseguí hacerme una imagen de cómo sería finalmente la estructura. Al termino del día ya conseguimos el triangulo pequeño y el segundo triangulo mas grande. Esto empezaba a asemejarse al pequeño ejercicio de las cuerdas.

Il lavoro sviluppato in modo partecipativo vedeva alcuni fare il plastico, altri camminare intorno alla casa, altri ancora legare provvisoriamente alcuni cavi per iniziare a capire che morfologie si generavano a seconda delle tensioni applicate. Nella descrizione della costruzione di una tensostruttura è sempre molto difficile poter raccontare l’intreccio dei cavi e le relazioni di equilibrio che si generano: tiro verso il basso un cavo che ne modifica un altro da orizzontale in una v. Mentre altri due casi si intrecciano tra loro a formate un x nello spazio… e così a seguire fino a che l’insieme offre una maglia per fissare i teli. Questi, a loro volta, giocano con le diverse inclinazioni formando superfici di doppia curvatura o triangolari inclinati. Solo alla fine, il risultato delle interazioni tra gli elementi coinvolti definisce la morfologia architettonica dell’insieme.

Francesca martedì 1: Il gruppo definisce la geometria della struttura di copertura dello spazio antistante all’abitazione Maká stabilita. Il sole del Nord è basso e caldissimo e non è facile trovare una soluzione adeguata a un problema che da noi non esiste. Qui il sole è nemico in qualunque periodo dell’anno e dobbiamo arrivare con una vela a terra per determinare un’ombra sufficiente.

E così, un passo alla volta, l’architettura e il progetto si sono adattati al luogo, in certo modo come un ragno che costruisce la sua ragnatela muovendosi nell’intorno naturale in cui si trova. In una forma concettualmente simile la tensostruttura si è integrata con il contesto antropico della comunità con la volontà di migliorare l’intorno, ma senza proporre un modello predeterminato. Una situazione di grande differenza sociale e soprattutto economica fa sì che sia difficile non proporre il proprio modello come una soluzione migliore.

    

I Maká sono un gruppo indigeno originario della zona del Chaco Paraguayo, anche se alcuni antropologi sostengono che questa etnia ha antenati comuni con gli indiani del nord america  ed effettivamente bisogna dire che ci sono certe similitudini fisiche. La comunità Maká del comune di Mariano Roque Alonso a circa 20 Km a nord di Asunción è composta da circa 1.500 persone e ha una struttura gerarchica molto rigida e definita. La grande varietà dei soggetti coinvolti e le diverse origini culturali dei partecipanti hanno permesso di non mettere in discussione il modello indigeno e di costruire un’architettura a servizio di una famiglia della comunità. Ricordo ancora il padre della famiglia che spiegava con orgoglio come la suocera aspettava di poter stare sotto la tensostruttura che diventava simbolo di miglioramento per tutta la famiglia difronte alla comunità.

   

Gli aspetti sociali e culturali delle persone che hanno partecipato al workshop, un ambiente per certi aspetti molto particolare insieme alla costruzione di un’architettura basata sui principi organici (ispirata al modello degli organismi vivi) sono stati gli ingredienti che hanno definito il risultato finale. Il fascino di questi eventi è esercitato da una visione dell’architettura non statica che valuta il processo costruttivo come parte integrante del progetto. Il risultato è una costruzione capace di integrarsi con l’intorno e non invasiva da un punto di vista sia fisico sia culturale.

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