18 dic 2014

Il ramo e l'architetto


La natura è fonte di ispirazione e insegnamento.... la foglia, la crescita del ramo, la struttura dell'albero sono un esempio. Sempre affascinati dalle molteplici interpretazioni che si possono fare utilizzando diversi metodi di rappresentazione vi auguriamo un nuovo anno pieno di creatività!!

L'albero in materiale riciclato




La crescita del ramo



E per saperne di più potete vedere il libro digitale "Il ramo e l'architetto"
Consigliato a chi ama il disegno e la rappresentazione nelle sue molteplici tecniche insieme a uno sguardo poetico alla natura.

10 nov 2014

I TRE PORCELLINI E IL LUPO - rivisti e corretti





In prossimità di un bosco vivevano tre porcellini che, per mettersi al sicuro da un certo lupo feroce che abitava nei paragi, avevano deciso di costruire tre case.


Il primo porcellino si procurò calce e mattoni e iniziò a costruire la propria casa. Lavorò duramente e per molto tempo perché si sa, lavorare con la calce e i mattoni è tutt’altro che facile. Ma era un porcellino volenteroso e aveva un sogno: costruirsi una gran bella casa. Perciò, ben presto, riuscì a finirla.
Un giorno però, rientrando dal mercato, ebbe una brutta sorpresa: accanto alla sua casa c’erano delle ruspe…


E sì, la paura del lupo era stata tale e tanta che il porcellino aveva dimenticato di controllare se lì, in prossimità del bosco, poteva essere costruita una casa in calce e mattoni di quelle dimensioni. Il povero porcellino non poté molto contro l’ordinanza e, tutto sconsolato, se ne partì per andare a trovare il secondo porcellino.
Aveva saputo che lui, più attento a certi regolamenti, aveva costruito una casa in legno. Non era di certo così grande come la sua, ma sicuramente non gli avrebbe negato ospitalità. La casa del secondo porcellino ricordava un po’ i vecchi rifugi di montagna: era tutta costruita in legno, in ogni sua parte.


Ma quale non fu la sua sorpresa quando, arrivato in prossimità della casa di legno, vi trovò suo fratello tutto intento a verniciare e chiodare tavole.
“Ciao fratellino, ma ancora non hai finito di costruire la tua casa?” chiese il primo porcellino al secondo.
“Ma sì che ho finito” gli rispose quello, “solo che la neve questo inverno è stata tanta, il gelo ha rovinato le tavole ed ora mi ritrovo a dover risistemare tutto!”
“Oh fratello, almeno tu hai ancora una casa, non sai cosa è successo a me…” e il primo porcellino gli raccontò la sua triste avventura.
La mattina dopo i due fratelli si alzarono di buon’ora: avevo deciso di andare a trovare il loro terzo fratello. Avrebbero dovuto camminare un po’ perché lui aveva deciso di costruire la casa un po’ più in là, quasi dentro il bosco. “Mi piacerebbe costruire una casa senza chiodi né viti, proprio come quella dei castori” aveva detto.
Arrivarono a casa del terzo porcellino che era quasi tramontato il sole. Bussarono e il terzo porcellino andò ad aprire la porta. Ovviamente dopo aver chiesto “chi era”: sapeva bene che da quelle parti c’era il lupo…
Si sentì felice quando riconobbe la voce dei due fratelli e fu ben contento di ospitarli, gli offrì un bel tè caldo e cominciarono a chiacchierare.


“Ma non hai paura del lupo?” gli chiese ad un tratto il primo porcellino, che da quando era entrato non faceva altro che osservare la casa tutta costruita con rami, foglie e fango.
“Certo che ho paura del lupo” gli rispose, “per questo ho costruito così la mia casa. Ho pensato: se la casa dei castori resiste alle correnti dei fiumi, agli orsi, alle linci, vuoi che non resista al lupo?”



3 ott 2014

Equalogical.lab @ AAG2014_London

Advances in Architectural Geometry 2014


Geometry lies at the core of the architectural design process. It is omnipresent, from the initial form-finding stages to the final construction. Modern geometric computing provides a variety of tools for the efficient design, analysis, and manufacturing of complex shapes.

The latest research was presented at “Advances in Architectural Geometry”, the symposium where architects, engineers, mathematicians, software designers and contractors from all over the world were involved at the University College of London.

Equalogical.lab took part in the event and was delighted to present a poster entitled “Reciprocity of models in tension system”. The poster presents a research on employing a biomimetic approach to architectural design and the development of material systems. 


It  explores the construction of tension systems by exploiting material elasticity presented by two case studies. The first case is a Cellular cables systems with 1D elements formed by the aggregation of one-dimensional elements and joined by sliding nodes. The second is  a bio-inspired structure constructed from recycled tires with sinusoidal bands and cylinder. 

Well done Equalogical.lab team!!! Get ready for the next AAG2016 @ Zurich. 


1 set 2014

incontri 2

Riscoprendo i ricordi una passeggiata romana a San Lorenzo ritroviamo una esperienza di autocostruzione (e produzione) realizzata dagli studenti della scuola elementare A. Saffi.

Camminare per la città e trovarsi davanti un giardino verticale fatto in elementi riciclati è stata una bellissima scoperta... pensando soprattutto a una città come Roma dove la vita pedonale è inevitabilmente sopraffatta dalla mobilità su ruote.

Condividiamo il ricordo di una città un po' più verde e con certa ingenuità a scala di bambino.




31 lug 2014

Fede vs Scienza

Prima, cavi che si ingarbugliano, pali che cascano da tutte le parti. Le linee si confondono davanti agli occhi e bisogna legare e slegare e rilegare il cavo da una estremità all’altra del palo.
Allora nel proprio intimo uno fa un atto di fede: hai letto che la regola è tre cavi per ogni vertice? applicala!!!. Gli occhi continuano a confondersi, ma qualche palo con tre cavi sembra funzionare. Ancora più fede.
Poi il miracolo. Con l’ultimo cavo il solido, ancora molto traballante e bisognoso di sostegno, prende vita. La finale danza rituale attorno alla creatura per tirare uno ad uno i cavi. E voilà. La struttura integra tesa ha conquistato d’un colpo stabilità e resistenza.
Ogni volta è lo stesso: se non ci credi, non sta in piedi.


3 giu 2014

Pak, Brik, Evero …sono tutti cugini! Ovvero una piccola storia tra geometria e packaging.




“Comincio dall’inizio” disse la scatola.
“Il mio bis bis bis nonno nacque tanti anni fa nel Nord d’Europa: in Svezia. Ma non era alto e snello come sono da quelle parti anzi, era basso, un po’ triangolare e con la testa a punta, sembrava quasi una piramide e per questo tutti lo chiamavano Tetraedro. A lui piacque così tanto questo nome che decise che si sarebbe fatto chiamare Tetra.”


Caterina guardava la scatola, non aveva capito quel nome così difficile “Tretra…”, no era “tetradreo”..no non era neanche così… “Insomma”, pensava, “non ho capito, ma so che cos’è una piramide!” e allora, Caterina, cominciò a pensare ad una scatola a forma di piramide.
“Le altre scatole lo prendevano un po’ in giro” disse la scatola “ perché la forma che aveva era proprio strana. E tutte pensavano che sarebbe stato presto gettato via. Ma invece, nel vederlo, più d’una persona si emozionò. Tutti stavano intorno a lui ed erano tutti interessatissimi. Cominciarono subito a volerlo tenere, a giocarci un po’, a girarselo tra le mani. Oltre alla forma trovavano molto interessante il vestito che indossava. Era un abito particolare, fatto di tanti strati”. 


Caterina pensava a tutti gli strati di vestiti che in inverno doveva mettere: la canottiera e poi la maglietta e poi la camicia e poi il maglione e poi le calze lunghe e poi i pantaloni e poi la giacca, sapeva anche che in Svezia era più freddo:
“Chissà quanti strati aveva tuo nonno?!” pensò ad alta voce Caterina.

1 giu 2014

Una scatola di cognome Tetra


Un giorno accadde che una bambina, mentre passeggiava per strada, sentì qualcuno lamentarsi. La bambina si fermò cercando di capire da dove proveniva quel lamento. Per strada non c’era nessuno, si vedeva solo uno spazzino tutto indaffarato a raccogliere le cicche di sigaretta, le cartacce e le foglie per terra; ma era ancora molto lontano non poteva essere lui a lamentarsi. Alzò lo sguardo: le finestre che davano sul marciapiede erano chiuse, e non c’era neanche un albero sopra il quale qualche gatto poteva essersi arrampicato per poi piangere, perché non riusciva più a scendere! E le nuvole?! Si sa, non si lamentano mai, al massimo litigano un po’ fra di loro ma quando questo accade, fanno un gran fracasso!
Insomma, chi era che si lamentava?
“Forse ho sentito male” pensò la bambina e ricominciò a camminare ma ecco che sentì di nuovo una vocina che le disse: ”Ehi, sono qua…sono per terra!” La bimba abbassò lo sguardo e trovò una scatola, un po’ ammaccata, sporca, con un vago colore arancione.
“Ma le scatole non parlano” disse la bimba chinandosi verso di lei. 
“Sì, è vero, le scatole non parlano, ma io sono una scatola diversa dalle altre”.
“E che ci fai qui, per terra…non lo sai che è vietato stare sui marciapiedi?”
“ Sì, ma è stato un bimbo, alto come te, che mi ha buttata. Ha bevuto tuuutto il succo di frutta e poi mi ha gettata.”
“ E perché sei tutta schiacciata?”
“ Perché mi hanno calpestata e anche se urlavo nessuno mi sentiva. Ora, ho visto che sta per passare uno spazzino e sicuramente mi getterà via, ma io non voglio…per favore portami con te!”



31 mag 2014

TENSEGRITY AL NATURAL_EL BOSC

Girona Temps de Flors 2014 


En el espai darrere l'absis  del Monestir de Sant Pere de Galligants hem exposats la segona setmana de maig la instal·lació Tensegrity al Natural_El bosc en ocasió de Girona Temps de Flors 2014. L'esdeveniment que se celebra cada any (des de fa més de 10) veu la ciutat decorada amb diferents temàtiques florals: des de les més "pures" (rams, ikebana, bonsai, etc .) fins a altres amb caràcter més espacial.


Tensegrity al Natural és un projecte de creativitat arquitectònica, basat en el principi estructural de la tensegritat, que implica l’ús de branques comprimides que no es toquen entre elles i que es mantenen unides gràcies a les cordes en tracció.

El plantejament de partida és ampli, volent abastar les possibilitats que ens dóna el concepte de l'estructura en tensegrity. A partir de l’estructura més simple, formada per tres branques de ametller, la propuesta espacial es la creación de un bosc d’estructures. 



A l'espai de la instal·lació s'han realitzats diferents estructures bàsiques T-prismes d'un o dos nivells i de diferents alçades, suggerint un bosc d'arbustos de colors. Destaquem el contrast entre els vius colors i la pedra que domina al mur l'absis. Cadascuna de les estructures conté flors de gerbera al centre, dotant l'efecte visual d'ingravidesa, com si la flor estigués surant enmig dels troncs. 

20 apr 2014

SOTTO CASA - Laboratorio di autocostruzione e autorecupero





“Sotto Casa” è un'iniziativa di riqualificazione dell'area verde di Via G. Combi  - Via V. Pozzo (Roma 70) promossa da EQUALOGICAL LAB in collaborazione con l’associazione NESSUN DORMA e con il patrocinio del MUNICIPIO VIII
Nessun Dorma, che da anni lavora per la riqualificazione di quest’area, nel 2011 organizza “Puliamocelo”, un’iniziativa in collaborazione con il gruppo Giardinieri Sovversivi e del Laboratorio di Falegnameria dell’Università degli Studi Roma Tre. L’iniziativa ha visto la partecipazione attiva degli abitanti del quartiere. Dal 2011 ad oggi gli abitanti hanno continuato a prendersi cura dell’area verde. Interventi spontanei di manutenzione e riqualificazione, dimostrano che il parchetto è ormai parte integrante della vita del quartiere. “Sotto Casa” nasce con l’obiettivo di innescare, ancora una volta, un processo di partecipazione alla realizzazione e gestione del giardino.

Il laboratorio ha visto la partecipazione di studenti e laureati in architettura e ingegneria civile, di simpatizzanti e appassionati di nuove tecnologie leggere ed ecologiche, i quali sono stati coinvolti nella progettazione e realizzazione di una tensotruttura e di arredi per il parco.
Con quest’iniziativa Equalogical Lab ha promosso un nuovo modo di costruire da un punto di vista non solo tecnologico, ma anche sociale, territoriale e culturale.



Ringraziamenti...

Un ringraziamento speciale ad Anita Baldassari, Arianna Berardi, Claudia Ciaroni, Gabriele Di Palma, Marco Fatigati, Francesca Forcella, Tiziana Iacobacci, Diana Manzi, Marica Martino, Delia Merola, Mirella Murru, Cristina Pomponi, Sara Susi, Laura Vellucci; per aver partecipato in maniera costruttiva e propositiva al workshop.

Grazie a Erica Alessandrini, Stefano Sciullo e Chiara Visone per aver collaborato con EQUALOGICAL LAB.

  
  
Grazie a  NESSUN DORMA per il sostegno e la collaborazione in questi giorni di lavoro intenso.
  

E grazie a tutti coloro che hanno supportato la nostra piccola impresa. 



per scaricare il pdf dell'iniziativa clicca qui:
http://www.scribd.com/doc/219203849/Sotto-Casa

L' articolo di CORE sul laboratorio:

http://www.coreonline.it/web/percorsi/larchitettura-ricicla-la-natura/



6 apr 2014

Riguardo ai sistemi autorganizzati (seconda)

Nell’agosto del 2007 il laboratorio di autocostruzione, organizzato nei pressi di Mendoza (Argentina), ha utilizzato una tecnica basata sulla aggregazione di triangoli per la realizzazione di un guscio reticolare. Negli studi preparatori e poi nella costruzione vera e propria la curvatura era fatta dipendere dalle modalità di giunzione dei triangoli. Lo spessore delle canne (1 pollice = 2,54 cm) condizionava il soprammontare o il concatenarsi dei triangoli che non è stato facile controllare per dare continuità e coerenza strutturale alla superficie curvilinea.


Quando il guscio ha raggiunto i 2 o 3 metri di lunghezza, la curvatura ha cominciato a dipendere più dalla elasticità del materiali e dalla numerosità dei giunti che non dalle regole di aggregazione. Inoltre, il buon senso ha suggerito di aggiungere ulteriori triangoli per aumentare la resistenza del reticolo nei punti critici, rendendo ancora meno riconoscibile l’ipotesi geometrica iniziale. Ovvero hanno preso il sopravvento i fattori casuali rispetto all’ordine progettuale precostituito. Come se il sistema si fosse autorganizzato a dispetto del progettista.
Come si può riportare questo tipo di casualità all’interno della tecnologia e del progetto? La simulazione ottenuta dopo diversi tentativi, che meglio approssima il procedimento costruttivo e il risultato atteso, utilizza i seguenti algoritmi dinamici:
– la clonatura delle aste cilindriche rispetto a una griglia bidimensionale; clonatura ripetuta 3 volte con con aste che formano tra loro un angolo di 120º (seguendo l’inclinazione dei lati in un triangolo equilatero);
– l’attribuzione di un peso in un campo gravitazionale (ovviamente virtuale) in modo che le canne o aste si sovrappongano tra loro, come avviene nella realtà; nell’animazione le canne sono lasciate cadere sul terreno in modo che ogni corpo rigido trovi la sua propria posizione;
– l’uso di fattori casuali che modificano la disposizione dei pezzi (entro un rango predeterminato) che quindi obbediscono in misura limitata ai vincoli geometrici, esaltando la capacità del sistema di cercare e trovare una condizione di equilibrio sia statico sia dinamico;
– l’attribuzione a posteriori di una curvatura utilizzando i cosiddetti deformatori che impongono all’insieme dei corpi rigidi di passare da una condizione di planarità a una di tridimensionalità curvilinea senza perdere la geometria cilindrica originaria.


27 mar 2014

Work in progress #4 "Sotto Casa"




Gusci a gravità realizzati con tessuti imbevuti di cemento. Le tele ancora umide vengono appese sul sistema di cavi e lasciate seccare. Il risultato finale è un sistema collaborante di cavi e gusci rigidi, che interagiscono grazie alla forza di gravità utilizzata nella fase di costruzione.
 Altri post sullo stesso argomento:

http://equalogical.blogspot.it/2012/05/strutture-gravita.html

23 mar 2014

Work in progress n. 3 per “Sotto Casa”



La proposta tecnologica, sulla quale sarà basato il prossimo laboratorio di auto-costruzione “Sotto Casa”, rilancia il tema della tensione che si genera all’interno di un sistema integrato, o meglio auto-organizzato. I modellini in scala, necessari a istruire e coordinare i partecipanti, partono dalla precedenti esperienze in materia di cavi tesi, che si trasmettono gli sforzi l’uno con l’altro. Tema al quale sono stati dedicati in precedenza altri post su questo stesso blog:

22 mar 2014

Specchio, specchio delle mie brame ...

In tanti a domandarsi quali sono l’architetto e l’architettura più belli del reame. Poi vai a Londra e fai una foto. La riguardi dopo un po’ di tempo e non capisci se l’immagine riguarda la costruzione di Foster o le case ottocentesche che si specchiano nelle finestre romboidali e triangolari. In parte sembra che Foster si adorni o si appropri dello scenario circostante, in parte l’immagine riflessa annulla la tridimensionalità retrostante lo specchio. Forse una terza cosa. Come nel mito di Narciso, la magia dello specchio annulla identità, materia o dimensioni degli elementi coinvolti. Anche la superficie dell’acqua o del vetro che riflette diventa effimera e impalpabile. Resta solo l’immagine.
Così la superficie che riflette può diventare a sua volta riflessa, e la forma unitaria del soggetto può frantumarsi e decomporsi in un gioco di rimandi infiniti. Anche la suggestione dell’architettura che esplode (come in Zabriskie Point di Antonioni) entra nel gioco. Basta poca fantasia (e un algoritmo dinamico) perché l’architettura di Foster progressivamente si apra, si divida in pezzi che si ricompongono secondo i dettami delle avanguardie pittoriche del novecento. Dalla decomposizione alla frantumazione e all’esplosione. Poi nuovi inserti, nuove combinazioni. La dinamica si inverte e l’immagine riflessa torna a cercare la sua identità e integrità. Dal disordine emerge la piramide di Chefren in omaggio al principio che nella memoria le immagini si mescolano, restano distinte ma diventano intercambiabili.

18 mar 2014

Roma: una città ferita dal traffico e violentata dai cantieri



Quattro domande retoriche e un quesito aperto:
1. Come è possibile che un luogo tra i più belli e importanti del mondo (in termini culturali, ovvero storici, archeologici, artistici, paesaggistici, urbanistici, eccetera) sia trattato con tanto disprezzo e incompetenza? Quale cultura urbana suggerisce che le cose si accavallino, sovrappongano e confliggano tra loro senza un minimo di progetto, coordinamento e organizzazione non solo della persistenza ma anche (e soprattutto) della temporaneità (che a Roma dura da sempre)?
2. Se limitare il traffico con le isole pedonali resta al di sopra della capacità dell’Amministrazione, perché non si vietano i motori a scoppio e si impone l’uso dei motori elettrici? Ci vuole troppa fantasia o autorevolezza per imporre prima a Atac/Trambus e taxi, poi alle Asl e forze dell’ordine, infine ai mezzi privati per il trasporto di persone e merci, che nel centro storico possono entrare solo motori silenziosi non inquinanti?
3. Perché le file ordinate e allegre dei turisti in attesa di entrare al Louvre, al Museo Picasso o alla Tate Gallery fanno allegria e accoglienza, mentre le biglietterie del Foro (ma anche quelle dei Musei Vaticani, anche se in minore misura) sono un ammasso di gente sudata, impolverata e rumorosa? Cosa succederebbe se i flussi turistici raddoppiassero come suggeriscono molte analisi sull’attrattività potenziale di Roma?
4. Pur amando la contaminazione tra kitsch e folclore, tra aulico e spontaneo, cosa succede quando quattro poveracci vestiti da centurioni cinematografici vanno insieme agli ambulanti abusivi extracomunitari, mentre il parcheggio delle carrozze col cavallo sta vicino al nuovi risciò e al chiosco motorizzato e superistoriato (ovviamente parcheggiato sul marciapiede)? Quale identità emerge da questa accozzaglia anarchica di diritti, aspettative, competizioni, prepotenze e illegalità diffusa?
5. Cosa significa oggi amare una città, difenderla dai suoi nemici conciliando passato e futuro, persistente e temporaneo?

10 mar 2014

Laboratorio di autocostruzione e autorecupero SOTTOCASA


Costruzione di una tensostruttura  e intervento di riqualificazione di un‘ area verde a Roma .
12 e 13 aprile 2014 ( incontri peliminari il 29 marzo e 5 aprile)


Parlano di noi



Il workshop Scarica la scheda d' iscrizione
L’ associazione Nessun dorma ed il gruppo EqualogicaLab promuovono un Workshop di autocostruzione  per la realizzazione di una struttura tesa e degli arredi per il parco di Via G. Combi – Via V. Pozzo , zona Roma 70.
Il laboratorio è diretto a studenti e laureati in architettura e ingegneria civile, a simpatizzanti e appassionati di nuove tecnologie leggere ed ecologiche. Propone un nuovo modo di costruire da un punto di vista non solo tecnologico, ma anche sociale, territoriale e culturale.
Obiettivo del workshop è di innescare un processo di collaborazione tra gli abitanti del quartiere e i progettisti che porti alla realizzazione e gestione del giardino. In questo quadro l’ associazione Nessun dorma sarà il riferimento territoriale, individuando le esigenze degli abitanti; Equalogical lab si occuperà della progettazione e realizzazione delle strutture, mettendo a disposizione del gruppo le proprio conoscenze sull’  l’architettura a basso impatto.
Il workshop coinvolgerà i partecipanti nella progettazione e costruzione delle strutture. La nostra attenzione è rivolta a creare degli elementi capaci di mettere in relazione le persone con il luogo per mezzo della sua stessa costruzione, scoprendo le caratteristiche e  potenzialità dei materiali, e sviluppando modelli tecnologici attraverso la sperimentazione.
Le attività pratiche del laboratorio saranno affiancate da una serie di seminari teorici di approfondimento sullo tematiche affrontate. 

Strutture Tese

 Le tensostrutture sono un sistema costruttivo che si ispira alle ragnatele e per loro natura offrono il vantaggio di adattarsi all’ambiente circostante.
Come i ragni costruiscono le loro “case”, così l’uomo può generare spazi capaci di integrarsi e dialogare con l’ambiente circostante per proteggersi dal sole o dalla pioggia. Le configurazioni morfologiche delle tensostrutture sono molteplici così come i materiali utilizzabili. Tessendo nello spazio una trama di cavi e puntali possiamo realizzare coperture con differenti tipi di tele o generare superfici rigate, per mezzo di elementi rigidi ripetuti.

 L’organizzazione del laboratorio

Il workshop è aperto ad un massimo di 20 partecipanti. Il laboratorio prevede due incontri preliminari e un intervento sul campo della durata di due giorni. Gli incontri preliminari serviranno a  introdurre i temi dell’ autocostruzione,  guidando i partecipanti nella scoperta dell’ architettura temporanea a basso impatto ambientale, delle strutture leggere e dell’ uso di materiali ecocompatibili e di riuso. I seminari saranno a carattere teorico con applicazioni pratiche volte alla preparazione dei materiali per la costruzione. I due giorni sul campo saranno dedicati alla costruzione e all’ allestimento del giardino.

Programma

Le giornate di studio e costruzione saranno così organizzate:
Incontri preliminari 29 marzo e 5 aprile 2014
·         Giorno 1 sabato :
 h 15.00  Il territorio e le esigenze della comunità
  • Benvenuto e presentazione del laboratorio
  • Incontro con l’ associazione Nessun dorma e sopraluogo  .

h 17.00 - Finding Form, Biomimesi, Leggerezza
  • Seminario introduttivo sulle strutture leggere, caratteristiche del materiale e sui sistemi costruttivi.
(studio della forma, geometria e configurazioni, sistemi costruttivo, realizzazione di piccoli modelli)
  • Realizzazione di un modello in scala
·         Giorno 2 sabato :
h 15.00  - La scelta del materiale; la modellazione dello spazio
  • Seminario su i materiali di riuso: caratteristiche funzionali, economiche ed ecologiche.
  • Realizzazione degli arredi per il parco

Intervento sul campo 12 e 13 aprile 2014
·         Giorno 1:
Mattina- La costruzione a piccoli passi.
  • Predisposizione dell’ area
  • Assemblaggio dei materiali.

Pomeriggio- Autocostruzione della struttura.
  • Assemblaggio, Pretensione, Verifiche

·         Giorno 2  domenica :
Mattina- Costruire lo spazio
  • Rivestimento della struttura
  • Allestimento degli arredi
Pomeriggio- Autocostruzione della struttura.
  • Conclusione dei lavori
  • Evento finale

Costi e iscrizioni
Per la partecipazione al corso invitiamo a sottoscrivere una cifra simbolica di 30 euro.
E' necessario prenotarsi entro il 27 marzo . 
Scarica la scheda d' iscrizione
Informazioni
Per avere ulteriori informazioni e per le iscrizioni :
www.aps-nessundorma.org
Arch. Elisabetta Gaglio
cell: 3476334379
e-mail: equalogical.lab@gmail.com