10 dic 2013

La biomimetica come strumento di progetto. Struttura in pneumatici riciclati bio-ispirata al cactus.


Riportiamo il poster e il testo del abstract di uno dei due progetti esposti nella mostra 100 Concetti celebrata in occasione del congresso R.E.D.S. (Rome Ecological Design Symposium).





La proposta valuta l’applicazione della biomimetica come un processo metodologico delle scelte progettuali. Il progetto sviluppa una maglia per la costruzione di coperture tese, definendo più livelli di analisi biomimetica.



Alla scala ravvicinata lo studio morfologico osserva il comportamento delle fibre ondulate del tessuto ligneo delle piante grasse che hanno ottimizzato la loro struttura per l’accumulazione di acqua e nutrienti per adattarsi a climi aridi. L’analisi morfogenetica porta alla configurazione di una maglia composta dall’unione di fasce sinusoidali inspirate nel comportamento dei tessuti vivi della pianta. La proprietà principale è descritta come il funzionamento della molla che permette all’organismo vivo di rispondere e adattarsi ai cambi ambientali.

Nella visione più amplia dell’ecosistema, di cui l’attività umana è parte, la definizione dei materiali modifica la dimensione teorica tra biomimetica e architettura. Le risposte offerte dall’evoluzione dei sistemi simbiotici aprono nuovi scenari per cercare interazioni tra ambiti tecnologici diversi e lo sviluppo di nuovi modelli sostenibili. Nello specifico, il progetto sperimenta l’integrazione degli pneumatici riciclati per la costruzione delle fasce per rispondere a problemi come il cambiamento del modello di sfruttamento delle risorse, la loro ottimizzazione e trasformare l’emergenza rifiuti in un’opportunità.

La morfologia unita al materiale determina la costruzione del modello sperimentale che si lega al processo costruttivo e alle soluzioni tecnologiche a esso associate. Le fasce di pneumatico costituiscono la parte elastica e deformabile del sistema, tra queste sono inseriti dei cilindri come un primo livello di organizzazione morfologica interna. Questi danno rigidità e ordinano la maglia aprendo tra loro le fasce prima della messa in tensione dell’insieme. Il risultato è una maglia flessibile che assume forma definitiva nella fase di montaggio secondo le sollecitazioni esterne applicate. La messa in tensione modifica la sua curvatura e conferisce maggiore resistenza al sistema come secondo livello di modificazioni morfologiche esterne.

L’analisi del processo costruttivo valuta la proprietà di adattamento del sistema per le sue proprietà elastiche che implementa le dinamiche naturali della crescita e l’adattabilità. La copertura è pensata non come sommatoria di elementi, ma come una struttura che modifica la sua morfologia mentre si costruisce. È parte dell’analisi sviluppare un processo costruttivo capace di adattarsi all’ambiente circostante senza dover cambiare la soluzione costruttiva.

Lo sviluppo di un progetto in biomimetica valuta l’architettura sotto la dimensione dei processi a essa associati e considera la tecnologia umana (tecno-sfera) in una dimensione temporale progressiva non solo funzionale ma anche evolutiva. Applicare la biomimetica all’ambito della costruzione corrisponde all’obiettivo di valutare l’uso delle risorse in funzione degli scambi con l’ambiente.



Autori:
Ludovica Rossi (Arch. dottoranda Dipartimento di Costruzioni Architettoniche 1 - UPC)
Fernando Juan Ramos Galino (Dott. Arch. Prof. Dipartimento di Costruzioni Architettoniche 1 - UPC)
Stefano Mancuso (Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale - Dott. Prof. Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali, del Suolo e dell'Ambiente Agroforestale - Università di Firenze)
Josep Ignasi de Llorens i Duran (Dott. Arch. Professore Dipartimento di Costruzioni Architettoniche 1 - UPC)

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